Museo dell'Arte Contemporanea Italiana in Esilio

MUSEO DELL'ARTE CONTEMPORANEA ITALIANA IN ESILIO

Il progetto ideato da Cesare Pietroiusti, in collaborazione con Alessandra Meo, Mattia Pellegrini e Davide Ricco, intende raccogliere su tutto il territorio italiano opere realizzate da personalità singole o collettive che svolgono attività creative sorprendenti, eterodosse, fuori dai circuiti della comunicazione mediatica.
Il Museo non avrà una sede fisica fissa: concepito come entità nomade sarà esiliato presso istituzioni museali e associazioni culturali estere.

lunedì 7 novembre 2011

Divino Pozzo - Il testo letto da Andrea Lanini il 18 giugno 2011 a Corte Nova, Venezia

I pozzi veneziani sono bellissimi perché sono tutti diversi l’uno dall’altro.
Venezia è una città sull’acqua che però non aveva l’acqua, per questo le famiglie ricche costruivano pozzi per i cittadini, usando tecniche raffinate di raccolta.
Diciamo che a Venezia dei privati si davano da fare per l’acqua pubblica.
L’importanza dei pozzi è anche simbolica il che è del resto evidente nella Bibbia. Infatti quando Cristo incontra la Samaritana ciò accade, guarda caso, accanto ad un pozzo.
Gesù stupisce i suoi stessi apostoli, non solo perché parla di sé come di colui che con la sua acqua spegne la sete dell’anima, ma anche perché parla con una donna, e questo non era normale.
Quando in un pozzo c’è l’acqua è una cosa normale.
Quando invece c’è il vino non è normale per niente.
Ciò che invece è normale in questo caso è pensare ad un'altra parabola, quella delle nozze di Cana.
Perché è in quella circostanza,come è noto,che Gesù muta l’acqua in vino.
L’episodio è rappresentato magistralmente, in un suo dipinto, da Paolo Veronese, e in un modo assai poco normale, La Vergine e Gesù quasi non si vedono.
Si vedono di più servitori di colore, nani, buffoni e poveri cani rannicchiati sotto i tavoli ad aspettare un boccone.
In primo piano ci sono quattro musici, due dei quali suonano la viola, uno il corno e un altro il violino.
La tradizione ci dice che quei musici sono Tiziano, Tintoretto, Bassano e vestito di bianco,lo stesso Veronese.
Ancora pochi anni prima, gli artisti non erano molto più in alto dei musici e dei buffoni, nella scala sociale.
Comunque lui trasforma la festa di Cana nella festa della pittura.
E la pittura veneziana, con i suoi straordinari colori è proprio come la musica.
Anche gli abiti dei convitati sono variopinti e raffinati, ricchi come quelli che li indossano.
Il pozzo di cartone invece è un povero pozzo.
E il cartone è un materiale così povero che non posso non tagliarlo a mano, con le forbici o con il taglierino, a seconda delle necessità.
I cartoni li incollo uno su l’altro con una fatica continua che fa pensare ad una specie di espiazione, il cui motivo sta forse in qualcosa di più personale del peccato originale.
I cartoni li cerco nei cassonetti e non soltanto in quelli bianchi, che a Roma sono riservati alla raccolta differenziata della carta, perché come è noto, i romani non la rispettano. Qualche volta ci rovisto dentro, ma cerco di farlo di nascosto, perché essere osservato mentre rovisto nei cassonetti un po’ mi imbarazza.
Una volta un giovane rom che andava in cerca di reperti nei cassonetti, armato di un carrello e di un ferro uncinato, mi ha visto e mi ha detto gentilmente : aspetta che ti aiuto io.
Un’altra volta in una fiera d’arte ho visto in uno stand un accumulo di cartoni e la giovane gallerista mi ha detto che era tagliato a mano e che per questo era più bello.
Non ho avuto difficoltà a crederle ma ho nascosto la mano destra per non far vedere i calli, perché lei mi aveva scambiato per un collezionista.
Essere scambiato per un collezionista è’ una cosa che mi capita spesso da quando ho i capelli bianchi e il fatto mi imbarazza perché non avendo mai pensato di vendere i miei accumuli a qualcuno, non vedo una ragione plausibile per comprare quelli degli altri.
Riguardo a queste cose, ho letto di recente una cosa interessante: “ E’ straordinario - scrive l’autore - che mentre sono aumentati a dismisura i prezzi che si pagano per le opere d’arte, l’arte stessa abbia perso ogni diritto al nostro rispetto. La verità è che gli artisti, come ognuno di questi tempi, mirano soltanto al guadagno e non alla fama, come ai tempi andati, quando i più nobili di loro consideravano l’arte come una via per giungere alla gloria e ne attribuivano la pratica finanche agli dei.”
Questa riflessione è davvero molto attuale, perchè è antichissima.
Infatti risale al primo secolo dopo Cristo, e colui che l’ha formulata, Plinio il Vecchio, autore della monumentale Historia Naturalis, può ragionevolmente essere definito un pozzo di scienza.

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