Museo dell'Arte Contemporanea Italiana in Esilio

MUSEO DELL'ARTE CONTEMPORANEA ITALIANA IN ESILIO

Il progetto ideato da Cesare Pietroiusti, in collaborazione con Alessandra Meo, Mattia Pellegrini e Davide Ricco, intende raccogliere su tutto il territorio italiano opere realizzate da personalità singole o collettive che svolgono attività creative sorprendenti, eterodosse, fuori dai circuiti della comunicazione mediatica.
Il Museo non avrà una sede fisica fissa: concepito come entità nomade sarà esiliato presso istituzioni museali e associazioni culturali estere.

venerdì 4 novembre 2011

Divino pozzo_ Andrea Lanini




Il Laboratorio “Museo dell’Arte Contemporanea Italiana in Esilio” si svolgerà il 18 giugno nell’ambito del progetto di Dora Garcia “L’Inadeguato”, presso il Padiglione Spagnolo – Giardini della Biennale (orario a
partire dalle ore 11)

Dopo il laboratorio alcuni degli artisti partecipanti (Fausto Delle Chiaie, Andrea Lanini, Giuliano Nannipieri) realizzeranno performance e installazioni temporanee in vari luoghi della città di Venezia.
In particolare in Corte Nova (traversa di via Garibaldi) Andrea Lanini, a partire dalle ore 18.30, presenterà il suo lavoro Di vino pozzo, installazione generosa e potenzialmente generatrice di ebbrezza.

Siete tutti invitati a intervenire.

2 commenti:

  1. Il pozzo veneziano è una struttura complessa che implicava una spesa notevole e come tale veniva considerata un dono assai apprezzabile, fatto alla città dalle famiglie aristocratiche che potevano permetterselo. Si trattava di uno scavo ampio e profondo anche 5 o 6 metri, tale da richiedere qualche volta l'innalzamento della pavimentazione, in ogni caso in cortili piuttosto grandi. Lo scavo veniva rivestito di argilla per l'impermeabilizzazione e riempito di sabbia per il filtraggio di acqua piovana, che era la sola fonte di approvvigionamento. La vera e propria canna, una sorta di tubo cilindrico che sfociava superiormente nella vera da pozzo,aveva al fondo una pietra d'Istria dove finiva l'acqua filtrata dalla sabbia e dai particolari mattoni forati (pozzali), impiegati nella costruzione della canna stessa. Sì in effetti la descrizione può risultare noiosa ma in un atto creativo c'è posto per tutto.

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  2. Presso Glastonebury, nel Sommerset, si trova un antico pozzo detto "del Calice", le cui acque sembrano trasmettere il suono del battito di un cuore. Tra l'altro, la presenza di sostanze ferrose rende le acque piuttosto rosse, così da richiamare secondo una antica leggenda,il calice del Santo Graal, che si ritiene fosse custodito proprio là dentro, a ricordare il calice dell'Ultima Cena,dopo essere stato portato in Inghilterra da Giuseppe d'Arimatea. Sì la storia è un po' esoterica, ma in un atto creativo ci può stare di tutto. E poi anche Floris ha brindato con un calice simile, accompagnando delle ottime seppie con il vino bianco frizzantino, fatto da lui.

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